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(e come poteva mancare??) Zanna Bianca di Jack London

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2008 17:34
02/03/2008 17:34
 
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Zanna Bianca è la meravigliosa storia di un lupo. Ma è anche la storia dell’uomo che gli fu amico e la storia degli uomini che gli vissero attorno, semplici comparse nel bianco della carta e della neve, la storia soprattutto delle foreste interminabili, della neve e del ghiaccio d’inverno, del freddo ovunque, della natura selvaggia che non lascia scampo.

Già nel romanzo precedente, Il richiamo della foresta, London ci aveva illustrato il rapporto fra uomo e cane. Ma se nel primo, del 1903, già il titolo ci suggerisce la trama delle vicende- il richiamo alla natura e alla vita selvaggia, il legame, mai spezzato ma forse solo sopito, che alberga in ogni essere animale, il ritorno a quella che è e deve essere la reale vita degli animali- in questo, del 1906, London crea la situazione contraria, l’amore fra l’uomo e il lupo, il distacco, quindi, dell’animale dal suo ambiente e l’avvicinamento a quello dell’uomo.

Le avventure di Zanna Bianca si svolgono nel freddo e duro Klondike, ai tempi in cui erano sorti villaggi e città in seguito alla corsa all’oro. L’ambiente selvaggio riservato agli animali e alle foreste e ai boschi è ora divenuto anche il dominio dell’uomo. Soprattutto dell’uomo.

Questo romanzo celebra così l’ambiente, fattore principale e insostituibile della storia, perché i suoi personaggi, siano essi uomini o cani o lupi, devono piegarsi ad esso, ad esso sono legati: il freddo, il gelo, la neve che circonda tutto, il lavoro quotidiano in un clima rigido come quello, li rendono duri e forti, talvolta spietati. Ma non è la violenza indiscriminata e gratuita che alberga nella gentaglia dedita al bere e alle vili lotte dei cani, ma quella necessaria alla sopravvivenza stessa.

Zanna Bianca si trasforma inevitabilmente anche in una storia di vita, di vita reale, vissuta e sofferta. Siamo lontani, nel tempo e nella concezione, dalla raffigurazione disneyana degli animali, umanizzati e ripuliti dell’aspetto primitivo per accostarli all’innocenza dei bambini. Qui gli animali sono rappresentati realisticamente, protagonisti di dolori e sofferenze, di necessarie crudeltà, ma anche di amore e sensazioni di felicità e benessere. Ne accettiamo, perché è ineluttabile, i loro istinti e i loro modi di agire, perché sono quelli veri, dettati da leggi più grandi di noi che risalgono alla Creazione.

Che la lettura di questo avvincente romanzo sia d’insegnamento e monito verso chi ha ancora bisogno d’esser sensibilizzato all’amore per gli animali e la natura: chi, almeno, abbia la facoltà di lasciar passare questa chiave di lettura nella sua mente e nel suo cuore. Gli altri, i codardi che maltrattano animali indifesi avvalendosi della propria forza, si astengano dal leggerlo.
Non sarà loro di alcuna utilità.
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